ENRIQUE IRAZOQUI

testimonianze OSPITI CELEBRI

LA GENTE DI MATERA ENRIQUE IRAZOQUI

TESTIMONIANZA OSPITI CELEBRI

LA GENTE DI MATERA
ENRIQUE IRAZOQUI

"Quando vado per strada, quando parlo con loro, quando vengono e parlano con me...La gente di Matera ha un calore che non ha perduto, che è sempre lì."

"Quando vado per strada, quando parlo con loro, quando vengono e parlano con me...La gente di Matera ha un calore che non ha perduto, che è sempre lì."

Quando vado per strada, quando mangio i gelati, quando parlo con loro, quando vengono e parlano con me…è una bellezza la gente, che non si trova nel nord, io almeno non la trovo nel nord della Spagna neanche, bisogna andare al sud, sempre. La gente di Matera ha un calore che non ha perduto, che è sempre lì.
Andavo molte volte a spasso con quello che io chiamavo Giovannino, perché faceva di Giovanni Evangelista, che adesso è qui con noi, Giacomo Morante, nipote di Elsa Morante.
Andavamo a spasso a mangiare le fragole con panna per strada e dopo mangiato, io fumavo, fumavo la  sigaretta, e i materani si arrabbiavano con me, perché Cristo non fumava.
L’altro momento sarebbe durante le riprese, perché eravamo seduti durante dieci ore aspettando quello che sia, vestiti di apostoli, di Cristo, di quello che sia, e i materani che facevano i figuranti venivano, venivano da me a chiedermi un miracolo,  o io vedevo come facevano, come parlavano tra di loro, o certe volte sì, è vero, si giocava a palla, ma si giocava a calcio, non nella città di Matera, ma nei dintorni. 
Lui era una persona per me, prima, molto prima di essere poeta, che è un pittore, che è un giocatore di calcio, che è un giocatore di scacchi, che è un regista di cinema per me, Pier Paolo Paolini è Pier Paolo Pasolini.
La musica del Vangelo, in questo film in particolare, sono di Elsa Morante, perché è lei che ha scelto la musica. Dunque l’unica cosa che penso ogni volta che sento, ho detto, ogni volta che sento la  Passione Secondo Matteo di Bach, o qualunque altra musica, la Missa Luba e i momenti particolari in cui il Elsa Morante ci faceva sentire.  I miei amici ridevano di me, perché io ero un attore, io ero diventato un attore, ero nella prima pagina dei giornali e ridevano di me, mi prendevano in giro, scherzavamo tutti insieme e poi il Cristo, immagina tu, i comunisti vedendo che io facevo il Cristo scherzavano ancora di più.
Soprattutto mi prendevano in giro, certo. 
Io spero che sia l’inizio qualcosa di nuovo. Io non vorrei aspettare 47 anni ancora per tornare a Matera o per tornare a Massafra, perché allora sarò proprio meno giovane.
Speriamo che sia l’inizio.
Mi piacerebbe moltissimo ritornare a Matera.
Un progetto bellissimo che per il 50° anniversario del film, che sarebbe nel 2014, tra tre anni, di andare a fare un percorso per tutti i posti dove abbiamo girato il film.

Quando vado per strada, quando mangio i gelati, quando parlo con loro, quando vengono e parlano con me…è una bellezza la gente, che non si trova nel nord, io almeno non la trovo nel nord della Spagna neanche, bisogna andare al sud, sempre. La gente di Matera ha un calore che non ha perduto, che è sempre lì.
Andavo molte volte a spasso con quello che io chiamavo Giovannino, perché faceva di Giovanni Evangelista, che adesso è qui con noi, Giacomo Morante, nipote di Elsa Morante.
Andavamo a spasso a mangiare le fragole con panna per strada e dopo mangiato, io fumavo, fumavo la  sigaretta, e i materani si arrabbiavano con me, perché Cristo non fumava.
L’altro momento sarebbe durante le riprese, perché eravamo seduti durante dieci ore aspettando quello che sia, vestiti di apostoli, di Cristo, di quello che sia, e i materani che facevano i figuranti venivano, venivano da me a chiedermi un miracolo,  o io vedevo come facevano, come parlavano tra di loro, o certe volte sì, è vero, si giocava a palla, ma si giocava a calcio, non nella città di Matera, ma nei dintorni. 
Lui era una persona per me, prima, molto prima di essere poeta, che è un pittore, che è un giocatore di calcio, che è un giocatore di scacchi, che è un regista di cinema per me, Pier Paolo Paolini è Pier Paolo Pasolini.
La musica del Vangelo, in questo film in particolare, sono di Elsa Morante, perché è lei che ha scelto la musica. Dunque l’unica cosa che penso ogni volta che sento, ho detto, ogni volta che sento la  Passione Secondo Matteo di Bach, o qualunque altra musica, la Missa Luba e i momenti particolari in cui il Elsa Morante ci faceva sentire.  I miei amici ridevano di me, perché io ero un attore, io ero diventato un attore, ero nella prima pagina dei giornali e ridevano di me, mi prendevano in giro, scherzavamo tutti insieme e poi il Cristo, immagina tu, i comunisti vedendo che io facevo il Cristo scherzavano ancora di più.
Soprattutto mi prendevano in giro, certo. 
Io spero che sia l’inizio qualcosa di nuovo. Io non vorrei aspettare 47 anni ancora per tornare a Matera o per tornare a Massafra, perché allora sarò proprio meno giovane.
Speriamo che sia l’inizio.
Mi piacerebbe moltissimo ritornare a Matera.
Un progetto bellissimo che per il 50° anniversario del film, che sarebbe nel 2014, tra tre anni, di andare a fare un percorso per tutti i posti dove abbiamo girato il film.

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