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LA CASA GROTTA di RAFFAELLA ANECCHINOTESTIMONIANZA ABITANTE
LA CASA GROTTA
RAFFAELLA ANECCHINO
"Il ticchettio dell'orologio mi rimanda indietro nel tempo...alle persone che hanno vissuto questi ambienti per secoli"
"Il ticchettio dell'orologio mi rimanda indietro nel tempo...alle persone che hanno vissuto questi ambienti per secoli"
Il ticchettio di questo orologio mi rimanda indietro nel tempo e mi fa pensare a questa grotta, a quante persone hanno vissuto in questi ambienti, per quanti secoli di storia. Questo ticchettio sa un po’ di passato e mi incuriosisce ancora sentirlo in futuro.
Quando ero bambina ho sentito spesso parlare della vita nei Sassi e tante volte mi sono chiesta come si poteva vivere in queste grotte, come la gente poteva organizzarsi nel migliore dei modi… E poi invece ho capito, ho capito che la vita era una vita molto semplice, era fatta di gesti semplici, era fatta di piccole cose. E vivevano con gli animali. Vivevano con gli animali, quindi la stalla all’interno della casa, ma la stalla non era separata dall’ambiente in cui mangiavano, in cui dormivano, ma era lì di fronte al letto, dove il mulo soggiornava, dove c’erano le galline, dove c’erano i conigli, il maiale… tutti insieme nell’unico ambiente e non era motivo di vergogna. Un solo letto, sul quale dormivano in quattro, i genitori più due bambini. Un letto particolarissimo perché è fatto di foglie di granturco.
Sentiamo il rumore.
Il rumore della notte che si sentiva in tutte le case dei Sassi era quella delle foglie di granturco schiacciate dal corpo. Ogni mattino, quando si rialzavano, era fondamentale e necessario poter invigorire il letto e quindi, da apposite asole presenti nel materasso, si sollevavano le foglie di granturco schiacciatesi durante la notte.
Producevano e coltivavano anche il cotone. Il cotone che opportunamente veniva snocciolato, il seme si bloccava, lo distaccavano e dall’altro lato fuoriusciva il fiocco privo di seme e poi continuavano la lavorazione. Quindi gli si dava volume utilizzando un archetto con la corda. La vibrazione della corda sul cotone lo rigonfiava e poi lo filavano con le mani e con il fuso.
Questo è un telaio autentico che le donne utilizzavano per preparare i corredi. Non ci si aspetta di trovare nelle case dei Sassi dei ricami così belli e le donne invece erano molto esperte in questo lavoro. Utilizzavano un aculeo di istrice per allargare la trama del tessuto per poter ricamare i propri vestiti.
Il ticchettio di questo orologio mi rimanda indietro nel tempo e mi fa pensare a questa grotta, a quante persone hanno vissuto in questi ambienti, per quanti secoli di storia. Questo ticchettio sa un po’ di passato e mi incuriosisce ancora sentirlo in futuro.
Quando ero bambina ho sentito spesso parlare della vita nei Sassi e tante volte mi sono chiesta come si poteva vivere in queste grotte, come la gente poteva organizzarsi nel migliore dei modi… E poi invece ho capito, ho capito che la vita era una vita molto semplice, era fatta di gesti semplici, era fatta di piccole cose. E vivevano con gli animali. Vivevano con gli animali, quindi la stalla all’interno della casa, ma la stalla non era separata dall’ambiente in cui mangiavano, in cui dormivano, ma era lì di fronte al letto, dove il mulo soggiornava, dove c’erano le galline, dove c’erano i conigli, il maiale… tutti insieme nell’unico ambiente e non era motivo di vergogna. Un solo letto, sul quale dormivano in quattro, i genitori più due bambini. Un letto particolarissimo perché è fatto di foglie di granturco.
Sentiamo il rumore.
Il rumore della notte che si sentiva in tutte le case dei Sassi era quella delle foglie di granturco schiacciate dal corpo. Ogni mattino, quando si rialzavano, era fondamentale e necessario poter invigorire il letto e quindi, da apposite asole presenti nel materasso, si sollevavano le foglie di granturco schiacciatesi durante la notte.
Producevano e coltivavano anche il cotone. Il cotone che opportunamente veniva snocciolato, il seme si bloccava, lo distaccavano e dall’altro lato fuoriusciva il fiocco privo di seme e poi continuavano la lavorazione. Quindi gli si dava volume utilizzando un archetto con la corda. La vibrazione della corda sul cotone lo rigonfiava e poi lo filavano con le mani e con il fuso.
Questo è un telaio autentico che le donne utilizzavano per preparare i corredi. Non ci si aspetta di trovare nelle case dei Sassi dei ricami così belli e le donne invece erano molto esperte in questo lavoro. Utilizzavano un aculeo di istrice per allargare la trama del tessuto per poter ricamare i propri vestiti.
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