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IL VICINATO
FRANCO PALUMBO

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IL VICINATO
FRANCO PALUMBO

"Nel vicinato c'era l'impronta di una comunità che si adattava in questi spazi e che in questi spazi faceva nascere una nuova cultura"

"Nel vicinato c'era l'impronta di una comunità che si adattava in questi spazi e che in questi spazi faceva nascere una nuova cultura"

Che cosa significa “U’ vicinans” ? “U’ vicinans”  è una delle caratteristiche dell’urbanizzazione, del patrimonio urbano di questa città. È una cellula dove in uno spazio che è un cortile si affacciavano alcune famiglie che si aprivano tra una sequenza di scale, tra una disarmonia di luoghi e di ambienti che naturalmente facevano di questo spazio una vita molto particolare.

Il vicinato è un cortile con uno spazio irregolare dove ci sono due ingressi che portano in questo spazio. Il vicinato è un’ amalgama veramente di spergiuri e di delicatezza. È la stessa architettura che ci pone di fronte ad una varietà di spazi, di scale, di aperture ampie oppure di aperture chiuse, dove veramente si modificava anche il linguaggio stesso.

Il linguaggio nasceva dalla vita in questi spazi. Si modellava la tonalità, ma quello che era importante era la vita che si svolgeva in questi ambienti. Una vita che dava veramente il segno dell’unione. Questi spazi servivano anche ai bambini per giocare. Qui nascevano le invenzioni di giochi che lo spazio stesso poteva così suggerire. Il vicinato era quindi uno spazio vitale, uno spazio dove nasceva la vita e si chiudeva la vita di queste famiglie che formavano questo recinto.

Nel vicinato c’era lo scambio del lavoro ma c’era lo scambio anche degli anziani che badavano ai ragazzi quando loro in questi limiti ben precisi inventavano il gioco “du rutedd” oppure altre invenzioni.

Quindi il vicinato non è altro che un insieme di emozioni dove la vita dell’uomo si svolgeva in maniera sacrale ma anche in maniera veramente diretta perché qui c’era l’impronta di una comunità che si adattava a questi spazi e in questi spazi faceva nascere una nuova cultura che ha dato a questi luoghi un aspetto particolare, un aspetto di grande suggestione e di grande caratterizzazione.

Che cosa significa “U’ vicinans” ? “U’ vicinans”  è una delle caratteristiche dell’urbanizzazione, del patrimonio urbano di questa città. È una cellula dove in uno spazio che è un cortile si affacciavano alcune famiglie che si aprivano tra una sequenza di scale, tra una disarmonia di luoghi e di ambienti che naturalmente facevano di questo spazio una vita molto particolare.

Il vicinato è un cortile con uno spazio irregolare dove ci sono due ingressi che portano in questo spazio. Il vicinato è un’ amalgama veramente di spergiuri e di delicatezza. È la stessa architettura che ci pone di fronte ad una varietà di spazi, di scale, di aperture ampie oppure di aperture chiuse, dove veramente si modificava anche il linguaggio stesso.

Il linguaggio nasceva dalla vita in questi spazi. Si modellava la tonalità, ma quello che era importante era la vita che si svolgeva in questi ambienti. Una vita che dava veramente il segno dell’unione. Questi spazi servivano anche ai bambini per giocare. Qui nascevano le invenzioni di giochi che lo spazio stesso poteva così suggerire. Il vicinato era quindi uno spazio vitale, uno spazio dove nasceva la vita e si chiudeva la vita di queste famiglie che formavano questo recinto.

Nel vicinato c’era lo scambio del lavoro ma c’era lo scambio anche degli anziani che badavano ai ragazzi quando loro in questi limiti ben precisi inventavano il gioco “du rutedd” oppure altre invenzioni.

Quindi il vicinato non è altro che un insieme di emozioni dove la vita dell’uomo si svolgeva in maniera sacrale ma anche in maniera veramente diretta perché qui c’era l’impronta di una comunità che si adattava a questi spazi e in questi spazi faceva nascere una nuova cultura che ha dato a questi luoghi un aspetto particolare, un aspetto di grande suggestione e di grande caratterizzazione.

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