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I QUARTIERI DELLA NUOVA URBANISTICA LUIGI ACITO

TESTIMONIANZA ABITANTE

I QUARTIERI DELLA NUOVA URBANISTICA
LUIGI ACITO

"Bruno Zevi ebbe a dire un bel po’ di anni fa che Matera era la città italiana con la più bella periferia e alludeva alla corona dei quartieri che erano stati realizzati negli anni Cinquanta"

"Bruno Zevi ebbe a dire un bel po’ di anni fa che Matera era la città italiana con la più bella periferia e alludeva alla corona dei quartieri che erano stati realizzati negli anni Cinquanta"

Bruno Zevi ebbe a dire un bel po’ di anni fa che Matera era la città italiana con la più bella periferia e alludeva ovviamente alla corona dei quartieri che erano stati realizzati negli anni Cinquanta per gli abitanti sfollati dai Sassi intorno alla città. Erano quartieri che portavano la firma di architetti importanti soprattutto della scuola romana. Erano Piccinato, erano i Aymonino, De Carlo, Fiorentino, Lenci e poi i due borghi rurali costruiti a qualche chilometro della città e che sono il borgo La Martella, progettato da un gruppo guidato da Ludovico Quaroni e il Borgo Venusio progettato da Luigi Piccinato.
Con il tempo gli spazi lasciati liberi, tra i quartieri e la città consolidata, si sono via via urbanizzati e i quartieri sono stati totalmente integrati nel tessuto cittadino.
Questo però non ha fatto perdere ai quartieri la propria integrità e la propria autonomia funzionale perché già all’epoca furono progettati come parti organiche di città.
Oggi questi quartieri brillano per il loro impianto urbanistico ma anche per la qualità delle loro architetture.
Architetture che appartengono ai processi evolutivi della storia architettura italiana. Basti pensare all’architettura neorealista del borgo La Martella e all’architettura cartesiana del quartiere Spine Bianche.
Va detto però che questi quartieri hanno anche una importanza nel panorama dell’architettura internazionale. Basterà ricordare la storia dell’edificio che è qui alle mie spalle e che fu progettato da Giancarlo De Carlo e portato all’ultimo Congresso di Architettura Moderna a Otterlo nel 1959 in questa occasione Giancarlo de Carlo ma anche Rogers con la Torre Velasca, illustrando il loro progetto dimostrarono di non aver applicato le quattro regolette del movimento moderno, ma di aver progettato secondo le aspirazioni e le necessità della gente. Nel caso di Matera è evidente che Giancarlo De Carlo si rivolse alle necessità degli abitanti dei Sassi per cui realizzò questo edificio che aveva una aplomb rinascimentale con il tetto a falde e non col tetto giardino, con la finestra verticale e non orizzontale, con il mattone a faccia vista e non con l’intonaco bianco.
Dopo un aspro di battito nella nottata si sciolse definitivamente il CIAM.

Bruno Zevi ebbe a dire un bel po’ di anni fa che Matera era la città italiana con la più bella periferia e alludeva ovviamente alla corona dei quartieri che erano stati realizzati negli anni Cinquanta per gli abitanti sfollati dai Sassi intorno alla città. Erano quartieri che portavano la firma di architetti importanti soprattutto della scuola romana. Erano Piccinato, erano i Aymonino, De Carlo, Fiorentino, Lenci e poi i due borghi rurali costruiti a qualche chilometro della città e che sono il borgo La Martella, progettato da un gruppo guidato da Ludovico Quaroni e il Borgo Venusio progettato da Luigi Piccinato.
Con il tempo gli spazi lasciati liberi, tra i quartieri e la città consolidata, si sono via via urbanizzati e i quartieri sono stati totalmente integrati nel tessuto cittadino.
Questo però non ha fatto perdere ai quartieri la propria integrità e la propria autonomia funzionale perché già all’epoca furono progettati come parti organiche di città.
Oggi questi quartieri brillano per il loro impianto urbanistico ma anche per la qualità delle loro architetture.
Architetture che appartengono ai processi evolutivi della storia architettura italiana. Basti pensare all’architettura neorealista del borgo La Martella e all’architettura cartesiana del quartiere Spine Bianche.
Va detto però che questi quartieri hanno anche una importanza nel panorama dell’architettura internazionale. Basterà ricordare la storia dell’edificio che è qui alle mie spalle e che fu progettato da Giancarlo De Carlo e portato all’ultimo Congresso di Architettura Moderna a Otterlo nel 1959 in questa occasione Giancarlo de Carlo ma anche Rogers con la Torre Velasca, illustrando il loro progetto dimostrarono di non aver applicato le quattro regolette del movimento moderno, ma di aver progettato secondo le aspirazioni e le necessità della gente. Nel caso di Matera è evidente che Giancarlo De Carlo si rivolse alle necessità degli abitanti dei Sassi per cui realizzò questo edificio che aveva una aplomb rinascimentale con il tetto a falde e non col tetto giardino, con la finestra verticale e non orizzontale, con il mattone a faccia vista e non con l’intonaco bianco.
Dopo un aspro di battito nella nottata si sciolse definitivamente il CIAM.

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