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DISCESA NEL PALOMBARO GRANDE di ENZO VITITESTIMONIANZA ABITANTE
discesa nel palombaro grande
enzo vitI
"Fui incaricato dai progettisti di fare rilievi negli scavi. Ricordo che al buio e con i remi era bellissimo attraversare la cavità"
"Fui incaricato dai progettisti di fare rilievi negli scavi. Ricordo che al buio e con i remi era bellissimo attraversare la cavità"
Nel 1990 fu incaricato da parte dei progettisti di fare i rilievi degli scavi. Ricordo che entravo in diverse cisterne, che potevano avere un diametro di 3-4 metri. Ricordo poi quando fu calato invece in questa. La prima sensazione che ebbi, ero tutto imbracato, la prima sensazione che ebbi all’interno nel parlare con le persone che erano fuori, la voce che si disperdeva con l’eco e cominciavo a rendermi conto che mi trovavo di fronte a una cosa molto più vasta che non la semplice cisterna. Una volta entrata, questa era piena d’acqua fino a 7 metri d’altezza. Bisogna considerare che il tutto è altra quasi 13 metri, fino a 7 metri c’era acqua, quindi per poter entrare poi effettivamente all’interno bisognava escogitare qualcosa, allora da questa buca qui fu calato un canotto per diversi giorni ho dovuto fare da Caronte trasportando da una parte all’altra della cisterna, autorità, tecnici, studiosi…Nel buio della cavità con un faro montato direttamente sul gommone e con i remi era bellissimo attraversare l’intera cavità.
Esattamente in questo posto avvenne il primo approdo del gommone. Ci trovammo di fronte un’infinità di sechi che si erano accumulati e arenati negli anni. Io ebbi la fortuna di poter scegliere uno dei migliori che conservo ancora oggi.
Ricordo che quando sbarcammo qui l’architetto Biagio La Fratta, disse di avere la netta sensazione di trovarsi difronte una spiaggetta dove mancavano solamente sedie sdraio e ombrelloni.
Da allora questo posto ancora oggi vi è denominato “la Spiaggetta”.
Nel 1990 fu incaricato da parte dei progettisti di fare i rilievi degli scavi. Ricordo che entravo in diverse cisterne, che potevano avere un diametro di 3-4 metri. Ricordo poi quando fu calato invece in questa. La prima sensazione che ebbi, ero tutto imbracato, la prima sensazione che ebbi all’interno nel parlare con le persone che erano fuori, la voce che si disperdeva con l’eco e cominciavo a rendermi conto che mi trovavo di fronte a una cosa molto più vasta che non la semplice cisterna. Una volta entrata, questa era piena d’acqua fino a 7 metri d’altezza. Bisogna considerare che il tutto è altra quasi 13 metri, fino a 7 metri c’era acqua, quindi per poter entrare poi effettivamente all’interno bisognava escogitare qualcosa, allora da questa buca qui fu calato un canotto per diversi giorni ho dovuto fare da Caronte trasportando da una parte all’altra della cisterna, autorità, tecnici, studiosi…Nel buio della cavità con un faro montato direttamente sul gommone e con i remi era bellissimo attraversare l’intera cavità.
Esattamente in questo posto avvenne il primo approdo del gommone. Ci trovammo di fronte un’infinità di sechi che si erano accumulati e arenati negli anni. Io ebbi la fortuna di poter scegliere uno dei migliori che conservo ancora oggi.
Ricordo che quando sbarcammo qui l’architetto Biagio La Fratta, disse di avere la netta sensazione di trovarsi difronte una spiaggetta dove mancavano solamente sedie sdraio e ombrelloni.
Da allora questo posto ancora oggi vi è denominato “la Spiaggetta”.
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