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CASA DI ORTEGAmtcn siti
CASA DI ORTEGAÈ uno spazio di fusione, di compenetrazione e di osmosi artistica tra l’Arte figurativa di Josè Ortega e le Arti applicate degli artigiani materani.
È uno spazio di fusione, di compenetrazione e di osmosi artistica tra l’Arte figurativa di Josè Ortega e le Arti applicate degli artigiani materani.
È uno spazio di fusione, di compenetrazione e di osmosi artistica tra l’Arte figurativa di Josè Ortega e le Arti applicate degli artigiani materani. La Casa di Ortega nei Sassi di Matera che diventa, quindi, il centro d’irradiazione di una sorta di nuovo Umanesimo. È un luogo in cui le diverse esperienze culturali trovano una loro dimora fisica, reinventando quel concetto rinascimentale secondo cui l’arte nasce nelle botteghe artigiane. Le manualità del legno, della terracotta, della ceramica, del tufo, del ferro e della cartapesta che creano un ambiente in cui vivere, utilizzando per arredo i frutti delle arti applicate della tradizione locale, in modo da plasmare la cultura dei materiali e dell’artigianato storico nell’arredamento di una dimora contemporanea. Del resto, lo stesso pittore spagnolo fu un esempio di continua ricerca di quei concetti di bellezza e libertà d’espressione artistica che animarono le corti rinascimentali italiane.
Le opere pittoriche in tela trasformate in bassorilievi cromatici in cartapesta e realizzati nei laboratori artigianali materani. La sua avversione al governo franchista gli costò prima una decennale permanenza nelle carceri spagnole e poi l’esilio in Francia. Prima di poter rientrare in patria nel 1976, trascorse tre anni nella Città dei Sassi.
“Matera come culla della radice cosmica dell’uomo. L’eco che si avverte nelle sue Gravine è quello che si perpetua da quando l’uomo si è insediato in questo luogo.
La scelta di Toledo per El Greco non fu casuale, come per me non è stata casuale la scelta di Matera. Io credo di aver aperto una prospettiva: quella di dare qualità artistica alla cartapesta, recuperando ai fini della grande battaglia dell’arte una modalità dell’espressione”: è questo il messaggio culturale che Josè Ortega volle lasciare ai maestri artigiani materani, custodi e garanti di quel patrimonio di conoscenza e di ricerca che sono le Arti applicate.
È uno spazio di fusione, di compenetrazione e di osmosi artistica tra l’Arte figurativa di Josè Ortega e le Arti applicate degli artigiani materani. La Casa di Ortega nei Sassi di Matera che diventa, quindi, il centro d’irradiazione di una sorta di nuovo Umanesimo. È un luogo in cui le diverse esperienze culturali trovano una loro dimora fisica, reinventando quel concetto rinascimentale secondo cui l’arte nasce nelle botteghe artigiane. Le manualità del legno, della terracotta, della ceramica, del tufo, del ferro e della cartapesta che creano un ambiente in cui vivere, utilizzando per arredo i frutti delle arti applicate della tradizione locale, in modo da plasmare la cultura dei materiali e dell’artigianato storico nell’arredamento di una dimora contemporanea. Del resto, lo stesso pittore spagnolo fu un esempio di continua ricerca di quei concetti di bellezza e libertà d’espressione artistica che animarono le corti rinascimentali italiane.
Le opere pittoriche in tela trasformate in bassorilievi cromatici in cartapesta e realizzati nei laboratori artigianali materani. La sua avversione al governo franchista gli costò prima una decennale permanenza nelle carceri spagnole e poi l’esilio in Francia. Prima di poter rientrare in patria nel 1976, trascorse tre anni nella Città dei Sassi.
“Matera come culla della radice cosmica dell’uomo. L’eco che si avverte nelle sue Gravine è quello che si perpetua da quando l’uomo si è insediato in questo luogo.
La scelta di Toledo per El Greco non fu casuale, come per me non è stata casuale la scelta di Matera. Io credo di aver aperto una prospettiva: quella di dare qualità artistica alla cartapesta, recuperando ai fini della grande battaglia dell’arte una modalità dell’espressione”: è questo il messaggio culturale che Josè Ortega volle lasciare ai maestri artigiani materani, custodi e garanti di quel patrimonio di conoscenza e di ricerca che sono le Arti applicate.
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